venerdì 13 aprile 2007

Cézanne Un genio incompreso



Paul Cézanne (Aix-en-Provence 1839-1906)
Firenze, Palazzo Strozzi, 2 Marzo – 29 Luglio 2007

Venerdi Santo sono stata a Firenze per fare un giro turistico con un amico venuto a trovarmi dalla Grecia. La gente affollava tutte le strade e le piazze della città! Talmente tanti i turisti mischiati con i fiorentini che facevano le processioni religiose di Venerdi Santo...era quasi impossibile camminare al centro storico della città! Dopo un paio d'ore passate cercando di visitare i monumenti piu celebri di Firenze ci siamo arresi!!! A questo punto abbiamo deciso di andare alla mostra di Cèzanne per evitare le vie del centro storico e passare un po di tempo ammirando le sue opere!!!E' stato sorprendente ed unico vedere da vicino cio che un genio ha creato sulle tele!!!Le spiegazioni e i commenti sotto ogni quadro insegnano tante cose auitando a capire ed entrare nello spirito di questo grande pittore dell'impressionismo.Usa le tonalità del blu e del verde sia nella terra che nel cielo,unendo con armonia tutti gli elementi in ogni suo quadro.Non scopre mai i suoi occhi nei autoritratti... da nel suo viso caratteri quasi asiatici con gli occhi piccoli e offuscati con un espressione triste e delusa...Nel ritratto della sua moglie seduta in poltrona rossa la bocca è enigmatica e l'espressione sembra annoiata-scocciata,la gonna verde a righe(che ricorda il cubismo e non piu l'impressionismo) da un senso di rigidità e imponenza alla donna..oppure è lui a vederla cosi...nei bagnanti i corpi non inspirano l'erotismo e lo sguardo cade sui colori e sulla scena della natura.Oggi Cèzanne è il grande maestro dell'impressionismo,in tutte le scuole d'arte si studiano le sue opere e si impara da lui la tecnica di unire i colori e la luce con pennellate oblique decise e veloci .
Cézanne nasce a Aix-en-Provence da una famiglia benestante: il padre, banchiere, desidera avviare il figlio alla carriera di avvocato, ma Paul frequenta una scuola di pittura e trascorre le giornate con Émile Zola e altri giovani destinati a divenire artisti e poeti.Emile Zola curiosamente aveva in disegno voti migliori dei suoi .Nel corso degli anni Sessanta Cézanne soggiorna a lungo a Parigi, dove frequenta corsi di pittura, copia al Louvre opere di antichi maestri.Le sperimentazioni del periodo si distinguono per i toni scuri e cupi e per gli impasti pesanti che rievocano Delacroix , Courbet e Manet. Nel 1869 conosce Hortense Fiquet, la modella che gli darà il figlio Paul e che sposerà solo anni dopo. Nel decennio successivo trascorre insieme a Pissarro lunghi periodi nelle campagne presso Parigi, dove comincia a dipingere en plein air: è il momento di maggiore vicinanza all’Impressionismo, cui si accosta con una personale scoperta del colore e della luce.
Viene stroncato dai critici e non apprezzato dal pubblico.
Ai Salon parigini, viene ammesso solo nel 1882, ma la sua pittura non è apprezzata e anche i critici non lo comprendono.
Nel 1886 avvenne la rottura con Zola a causa del "pittore fallito" descritto nel romanzo "L'oeuvre" nel quale Cezanne ritrovava molte affinità con se stesso.
Si ritira a vivere nella solitudine della campagna provenzale, tra Aix, Gardanne, l’Estaque. Il suo carattere si fa col tempo sempre più difficile: vive quasi come un eremita, malato di diabete, interessato solo al lavoro; un temporale lo coglie mentre dipinge sur le motif, e muore di polmonite nel suo appartamento di Aix il 22 ottobre 1906 a 67 anni.

Due parole informative per la mostra a Firenze:
La mostra è ospitata negli ambienti di Palazzo Srtozzi,uno dei piu importanti simboli dell'architettura rinascimentale a Firenze.
L'evento riunisce per la prima volta le opere piu notevoli delle raccolte dei giovani e brillanti collezionisti Egisto Paolo Fabbri e Charles Loeser.
Si tratta di un' occasione unica per ammirare capolavori di Cèzanne, provenienti dalle piu prestigiose collezioni internazionali come il Metropolitan Museum of Art di New York,il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, La National Gallery of Art di Washington e White House Historical Association-White House Collection

mercoledì 21 febbraio 2007

ODISSEAS ELYTIS


Poeta Greco Odisseas Elitis, premio nobel per la letteratura (1979) per la poesia "Axion Esti" (Dignum Est).
Figlio di genitori originari di Lesbo,Odisseas Alepudelis-il suo vero nome- nacque a Creta il 1911.Ha cominciato a scrivere nel 1935 e non ha mai smesso fino alla sua morte (1996).
Durante le estati navigando sulla barca assorbi nel corpo e nell'anima la luce dell'Egeo."Gli europei e gli occidentali -diceva Elitis-trovano sempre il mistero nell'oscurità della notte,mentre i Greci la trovano nella luce,che per noi è un assoluto"....."La Grecia e il suo paesaggio sono l'alfabeto di elementi naturali a cui ho cercato di trovare una corrispondenza morale nella poesia"
Nel dopo guerra, nella drammatica confusione politica e dopo aver partecipato nel fronte albanese scrive: "Mi basta bere un sorso di acqua pura e mangiare soltanto pane o pensare intensamente ad un isola dell'Egeo nel sole di mezzogiorno e al fragore della risacca per ritrovare l'equilibrio in un sentimento che non è precisamente ne fede metafisica, ne autosufficienza estetica , ne sorta di risorse fisiche , ma qualcosa ,direi, come la certezza che esiste ancora una sufficiente riserva di luce nel mondo , che può controbilanciare le tenebre e che aiutandola ad emergere , e solo con questo, si rientra nell'armonia con l'esistenza e con il suo destino"
La poesia di Odisseas Elitis conversa con il mare.Racconta di vento,rocce,alberi di acacia,amarilli,olivi,ciottoli e sentieri.Vi si trovano tempi antichi ,chiesette sperdute, bianchi cortili , giovani donne con "l'eta del mare negli occhi e la salute del sole nel corpo", e una solitaria , irriducibile , eversiva fede nella felicità.Un sognatore si direbbe.Avulso dalle tempeste della storia e dal crudo quotidiano.

"Con quali pietre quale sangue e quale ferro
con quale fuoco siamo fatti
Mentre sembriamo solo una nuvola
e ci lapidano e ci chiamano
sognatori
Come viviamo giorno e notte
solo Dio lo sa."

Si trovano nel web ceni biografici di Elitis ma pochissime traduzioni della sua opera.
Ho letto pero che Mario Vitti è stato il primo traduttore cronologico della poesia "Monogramma" insieme a Paola Maria Minucci, curatrice del volume, amica di Elitis e professoressa di Letteratura neogreca all'Universita La Sapienza.
In piu ho letto un 'articolo splendido, curato da Tommy Cappellini e pubblicato dal "Il Giornale" per l'occasione del decimo anniversario dalla morte del poeta, che potete trovare nel web.
Purtroppo io mi trovo solo con il testo greco tra le mani.....e con impegno ho tradotto due passaggi del "Monogramma" ,il III e il VII(ultimo), senza la presunzione di una traduzione professionale.
Desidero umilmente farvi leggere in Italiano cio che un grande poeta Greco ha scritto.
Chi vuole correggere migliorando le rime e le parole e benvenuto con piacere!





III.

Cosi parlo di te e di me

Perche ti amo e nel amore so
entrare come la Luna piena
da per tutto,per il tuo piccolo piede nelle immense
lenzuola
a togliere i petali dei gelsomini e ho la forza
Addormentata, a soffiare e a portarti
in mezzo a sentieri lumminati con il chiaro di luna e nascoste gallerie del mare
Ipnotizzati gli alberi con ragnatele che riflettono d'argento

Ti conoscono le onde
come accarezzi , come baci
come sussurri il "come" e la "e"
Attorno al collo alla baia
Sempre noi la luce e l'ombra

Sempre tu la piccola stella e sempre io la nave tenebrosa
sempre tu il porto e io il lampione a destra
Il molo fradicio e il bagliore sui remi

In alto alla casa con le pergole
le rose arrampicanti , e l'acqua che si raffredda
Sempre tu la statua di pietra e sempre io l'ombra
che si ingrandisce
la persiana reclinata tu , e il vento che la apre io
E' perche ti Amo e ti amo
Sempre Tu la moneta e io la valuta che la
appaga

Tanto la notte, tanto il boato nel vento
Tanto la goccia nel aria, tanto il silenzio
Attorno il mare sovrano
stanza del cielo con le stelle
Tanto il tuo minimo sospiro

Ora mai non mi rimane niente altro
Dentro a quattro pareti , il soffitto ,il pavimento
A gridare da te ed essere colpito dal mio grido
Ad odorare da te e far adirare gli esseri umani
perche quello mai provato e portato d'altrove
non lo reggono le persone ed e presto, mi senti
è presto ancora in questo mondo amore mio

per parlare di te e di me.


VII.
Nel paradiso ho segnato un' isola
identica a te e una casa al mare

Con un letto grande e potra piccola
Ho lanciato negli abissi un ecco
a guardarmi ogni mattino che mi sveglio

vederti a metà passare nel acqua
e a metà piangerti nel paradiso.

ELITIS "Monogramma"


Cio che mi affascina in questa poesia è la forza di un amore assoluto!!!
Quasi impossibile sfiorarlo .... sorvola nella mente come un sogno una fantasia....
Baciato da una fortuna divina chi ha provato anche una piccola sfumatura!!
La ritmica, la forza delle parole, dei suoni ,dei vocali e delle consolanti usate con maestria da Elitis è unica ed è davvero difficile rendere uguale con la traduzione dal greco in qualsiasi altra lingua!
Leggere ad altra voce il monogramma stimola brividi ,trasporta e commuove , accarezza l'anima dolcemente in certi passaggi e graffiando in altri!
Scuote il corpo sveglia i sensi fa sentire arricchiti di emozioni nuove e ci mette nella ricerca di esse nella vita , nell'amore.
Mi ricordo fortemente la prima volta che ho letto questa poesia avevo 13 anni...
Pura e intatta l'anima e il corpo.....pensarono convinti che è cosi l'amore che arriverà prima o poi .... Ho sentito svolazzare il cuore con un battito pieno forte sicuro fiducioso gioioso e felice!!!
E ora mi-e vi- chiedo: L'amore assoluto esiste?
Chissà se c'è una ricetta una guida.....
Ci vuole anima poetica ,spirito artistico, sentimenti svincolati dal tempo e dal quotidiano- che incatenano i sensi ,quali dovrebbero essere liberi ed autentici -per poter dedicarsi ad emozioni pure forti e assolute come quelle descritte (e provate?) da Elitis.?
E' nello stesso momento una domanda ed una affermazione.....ditemelo voi!

Dalla pagina di Giorgio Koutsantonis queste ultime frasi:

"Ricercai il bianco fino all'estrema intensità del nero.
La speranza fino alle lacrime
la gioia fino all'estrema disperazione"
"Credo che li elementi per una vita migliore ci siano , ma è l'uomo che non li usa bene"
Odisseas Elitis


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La poesia in greco:

Το Μονογραμμα

Ι.

Θα πενθώ πάντα - μ’ακούς; - για σένα
μόνος, στον Παράδεισο

Θά γυρίσει αλλού τίς χαρακιές
Τής παλάμης, η Μοίρα, σάν κλειδούχος
Μιά στιγμή θά συγκατατεθεί ο Καιρός

Πώς αλλιώς, αφού αγαπιούνται οι άνθρωποι

Θά παραστήσει ο ουρανός τα σωθικά μας
Καί θά χτυπήσει τόν κόσμο η αθωότητα
Μέ τό δριμύ του μαύρου του θανάτου.

ΙΙ.

Πενθώ τόν ήλιο καί πενθώ τά χρόνια που έρχονται
Χωρίς εμάς καί τραγουδώ τ’άλλα πού πέρασαν
Εάν είναι αλήθεια

Μιλημένα τά σώματα καί οί βάρκες πού έκρουζαν γλυκά
Οί κιθάρες πού αναβόσβησαν κάτω από τα νερά
Τά “πίστεψέ με” και τα “μή”
Μιά στόν αέρα μιά στή μουσική

Τα δυό μικρά ζώα, τά χέρια μας
Πού γύρευαν ν’ανέβουνε κρυφά τό ένα στό άλλο
Η γλάστρα μέ τό δροσαχί στίς ανοιχτές αυλόπορτες
Καί τά κομμάτια οί θάλασσες πού ερχόντουσαν μαζί
Πάνω απ’τίς ξερολιθιές, πίσω άπ’τούς φράχτες
Τήν ανεμώνα πού κάθισε στό χέρι σού
Κι έτρεμες τρείς φορές τό μώβ τρείς μέρες πάνω από
τούς καταρράχτες

Εάν αυτά είναι αλήθεια τραγουδώ
Τό ξύλινο δοκάρι καί τό τετράγωνο φαντό
Στόν τοίχο μέ τή Γοργόνα μέ τά ξέπλεκα μαλλιά
Τή γάτα πού μάς κοίταξε μέσα στά σκοτεινά

Παιδί μέ τό λιβάνι καί μέ τόν κόκκινο σταυρό
Τήν ώρα πού βραδιάζει στών βράχων τό απλησίαστο
Πενθώ τό ρούχο πού άγγιξα καί μού ήρθε ο κόσμος.

ΙΙΙ.

Έτσι μιλώ γιά σένα καί γιά μένα

Επειδή σ’αγαπώ καί στήν αγάπη ξέρω
Νά μπαίνω σάν Πανσέληνος
Από παντού, γιά τό μικρό τό πόδι σού μές στ’αχανή
σεντόνια
Νά μαδάω γιασεμιά κι έχω τή δύναμη
Αποκοιμισμένη, νά φυσώ νά σέ πηγαίνω
Μές από φεγγαρά περάσματα καί κρυφές τής θάλασσας στοές
Υπνωτισμένα δέντρα μέ αράχνες πού ασημίζουμε

Ακουστά σ’έχουν τά κύματα
Πώς χαιδεύεις, πώς φιλάς
Πώς λές ψιθυριστά τό “τί” καί τό “έ”
Τριγύρω στό λαιμό στόν όρμο
Πάντα εμείς τό φώς κι η σκιά

Πάντα εσύ τ’αστεράκι καί πάντα εγώ τό σκοτεινό πλεούμενο
Πάντα εσύ τό λιμάνι κι εγώ τό φανάρι τό δεξιά
Τό βρεγμένο μουράγιο καί η λάμψη επάνω στά κουπιά

Ψηλά στό σπίτι μέ τίς κληματίδες
Τά δετά τριαντάφυλλα, καί τό νερό πού κρυώνει
Πάντα εσύ τό πέτρινο άγαλμα καί πάντα εγώ η σκιά πού μεγαλώνει
Τό γερτό παντζούρι εσύ, ο αέρας πού τό ανοίγει εγώ
Επειδή σ’αγαπώ καί σ’αγαπώ
Πάντα Εσύ τό νόμισμα καί εγώ η λατρεία πού τό
Εξαργυρώνει:

Τόσο η νύχτα, τόσο η βοή στόν άνεμο
Τόσο η στάλα στόν αέρα, τόσο η σιγαλιά
Τριγύρω η θάλασσα η δεσποτική
Καμάρα τ’ουρανού με τ’άστρα
Τόσο η ελάχιστη σου αναπνοή

Πού πιά δέν έχω τίποτε άλλο
Μές στούς τέσσερις τοίχους, τό ταβάνι, τό πάτωμα
Νά φωνάζω από σένα καί νά μέ χτυπά η φωνή μου
Νά μυρίζω από σένα καί ν’αγριεύουν οί άνθρωποι
Επειδή τό αδοκίμαστο καί τό απ’αλλού φερμένο
Δέν τ’αντέχουν οί άνθρωποι κι είναι νωρίς, μ’ακούς
Είναι νωρίς ακόμη μές στόν κόσμο αυτόν αγάπη μου

Να μιλώ για σενα και για μενα.

ΙV.

Είναι νωρίς ακόμη μές στόν κόσμο αυτόν, μ’ακούς
Δέν έχουν εξημερωθεί τά τέρατα μ’ακούς
Τό χαμένο μου τό αίμα καί τό μυτερό, μ’ακούς
Μαχαίρι
Σάν κριάρι πού τρέχει μές στούς ουρανούς
Καί τών άστρων τούς κλώνους τσακίζει, μ’ακούς
Είμ’εγώ, μ’ακούς
Σ’αγαπώ, μ’ακούς
Σέ κρατώ καί σέ πάω καί σού φορώ
Τό λευκό νυφικό τής Οφηλίας, μ’ακούς
Πού μ’αφήνεις, πού πάς καί ποιός, μ’ακούς

Σού κρατεί τό χέρι πάνω απ’τούς κατακλυσμούς

Οί πελώριες λιάνες καί τών ηφαιστείων οί λάβες
Θά’ρθει μέρα, μ’ακούς
Νά μάς θάψουν κι οί χιλιάδες ύστερα χρόνοι
Λαμπερά θά μάς κάνουν πετρώματα, μ’ακούς
Νά γυαλίσει επάνω τούς η απονιά, ν’ακούς
Τών ανθρώπων
Καί χιλιάδες κομμάτια νά μάς ρίξει
Στά νερά ένα-ένα, μ’ακούς
Τά πικρά μου βότσαλα μετρώ, μ’ακούς
Κι είναι ο χρόνος μιά μεγάλη εκκλησία, μ’ακούς
Όπου κάποτε οί φιγούρες Τών Αγίων
βγάζουν δάκρυ αληθινό, μ’ακούς
Οί καμπάνες ανοίγουν αψηλά, μ’ακούς
Ένα πέρασμα βαθύ νά περάσω
Περιμένουν οί άγγελοι μέ κεριά καί νεκρώσιμους ψαλμούς
Πουθενά δέν πάω, μ’ακους
Ή κανείς ή κι οί δύο μαζί, μ’ακούς

Τό λουλούδι αυτό τής καταιγίδας καί μ’ακούς
Τής αγάπης
Μιά γιά πάντα τό κόψαμε
Καί δέν γίνεται ν’ανθίσει αλλιώς, μ’ακούς
Σ’άλλη γή, σ’άλλο αστέρι, μ’ακούς
Δέν υπάρχει τό χώμα δέν υπάρχει ο αέρας
Πού αγγίξαμε, ο ίδιος, μ’ακούς

Καί κανείς κηπουρός δέν ευτύχησε σ’άλλους καιρούς

Από τόσον χειμώνα κι από τόσους βοριάδες, μ’ακούς
Νά τινάξει λουλούδι, μόνο εμείς, μ’ακούς
Μές στή μέση τής θάλασσας
Από τό μόνο θέλημα τής αγάπης, μ’ακούς
Ανεβάσαμε ολόκληρο νησί, μ’ακούς
Μέ σπηλιές καί μέ κάβους κι ανθισμένους γκρεμούς
Aκου,άκου
Ποιός μιλεί στά νερά καί ποιός κλαίει-ακούς;
ποιος γυρευει τον αλλο, ποιος φωναζει-
ακους;
Είμ’εγώ πού φωνάζω κι είμ’εγώ πού κλαίω, μ’ακούς
Σ’αγαπώ, σ’αγαπώ, μ’ακούς.

V.

Γιά σένα έχω μιλήσει σέ καιρούς παλιούς
Μέ σοφές παραμάνες καί μ’αντάρτες απόμαχους
Από τί νά’ναι πού έχεις τή θλίψη του αγριμιού
Τήν ανταύγεια στό μέτωπο του νερού του τρεμάμενου
Καί γιατί, λέει, νά μέλει κοντά σου νά’ρθω
Πού δέν θέλω αγάπη αλλά θέλω τόν άνεμο
Αλλά θέλω της ξέσκεπης όρθιας θάλασσας τόν καλπασμό

Καί γιά σένα κανείς δέν είχε ακούσει
Γιά σένα ούτε τό δίκταμο ούτε τό μανιτάρι
Στά μέρη τ’αψηλά της Κρήτης τίποτα
Γιά σένα μόνο δέχτηκε ο Θεός νά μου οδηγεί τό χέρι

Πιό δω, πιό κεί, προσεχτικά σ’όλα τό γύρο
Του γιαλού του προσώπου, τούς κόλπους, τά μαλλιά
Στό λόφο κυματίζοντας αριστερά

Τό σώμα σου στή στάση του πεύκου του μοναχικού
Μάτια της περηφάνειας καί του διάφανου
Βυθού, μέσα στό σπίτι μέ τό σκρίνιο τό παλιό
Τίς κίτρινες νταντέλες καί τό κυπαρισσόξυλο
Μόνος νά περιμένω που θά πρωτοφανείς

Ψηλά στό δώμα ή πίσω στίς πλάκες της αυλής
Μέ τ’άλογο του Αγίου καί τό αυγό της Ανάστασης

Σάν από μιά τοιχογραφία καταστραμμένη
Μεγάλη όσο σέ θέλησε η μικρή ζωή
Νά χωράς στό κεράκι τή στεντόρεια λάμψη τήν ηφαιστειακή
Πού κανείς νά μήν έχει δεί καί ακούσει
Τίποτα μές στίς ερημιές τά ερειπωμένα σπίτια
Ούτε ο θαμμένος πρόγονος άκρη άκρη στόν αυλόγυρο
Γιά σένα, ούτε η γερόντισσα μ’όλα της τά βοτάνια
Γιά σένα μόνο εγώ, μπορεί, καί η μουσική
Πού διώχνω μέσα μου αλλ’αυτή γυρίζει δυνατότερη
Γιά σένα τό ασχημάτιστο στήθος των δώδεκα χρονώ
Τό στραμμένο στό μέλλον με τόν κρατήρα κόκκινο
Γιά σένα σάν καρφίτσα η μυρωδιά η πικρή
Πού βρίσκει μές στό σώμα καί πού τρυπάει τή θύμηση
Καί νά τό χώμα, νά τά περιστέρια, νά η αρχαία μας γή.

VI.

Έχω δεί πολλά καί η γή μές απ’τό νού μου φαίνεται ωραιότερη
Ώραιότερη μές στούς χρυσούς ατμούς
Η πέτρα η κοφτερή, ωραιότερα
Τά μπλάβα των ισθμών καί οί στέγες μές στά κύματα
Ωραιότερες οί αχτίδες όπου δίχως να πατείς περνάς
Αήττητη όπως η Θεά της Σαμοθράκης πάνω από τά βουνά
τής θάλασσας

Έτσι σ’έχω κοιτάξει πού μου αρκεί
Νά’χει ο χρόνος όλος αθωωθεί
Μές στό αυλάκι που τό πέρασμα σου αφήνει
Σάν δελφίνι πρωτόπειρο ν’ακολουθεί

Καί νά παίζει μέ τ’άσπρο καί τό κυανό η ψυχή μου!

Νίκη, νίκη όπου έχω νικηθεί
Πρίν από τήν αγάπη καί μαζί
Γιά τή ρολογιά καί τό γκιούλ-μπιρσίμι
Πήγαινε, πήγαινε καί ας έχω εγώ χαθεί

Μόνος καί άς είναι ο ήλιος που κρατείς ένα παιδί
νεογέννητο
Μόνος, καί ας είμ’εγώ η πατρίδα που πενθεί
Ας είναι ο λόγος που έστειλα νά σου κρατεί δαφνόφυλλο
Μόνος, ο αέρας δυνατός καί μόνος τ’ολοστρόγγυλο
Βότσαλο στό βλεφάρισμα του σκοτεινού βυθού
Ο ψαράς που ανέβασε κι έριξε πάλι πίσω στούς καιρούς τόν Παράδεισο!

VII.

Στόν Παράδεισο έχω σημαδέψει ένα νησί
Απαράλλαχτο εσύ κι ένα σπίτι στή θάλασσα

Μέ κρεβάτι μεγάλο καί πόρτα μικρή
Έχω ρίξει μές στ’άπατα μιάν ηχώ
Νά κοιτάζομαι κάθε πρωί που ξυπνώ

Να σε βλέπω μισή να περνάς στο νερό
Και μισή να σε κλαίω μες στον παράδεισο…

Οδυσσεας Ελυτης

lunedì 5 febbraio 2007

GEYSH APO SAMOTHRAKH-UN ASSAGGIO DI SAMOTRACIA










SAMO8RAKH


SAMOTHRAKH
Nhsi mistikistiko.
Gemizei ta matia me omorfia,thn kardia me sunais8hmata,to muallo me deos!
8alassa 8aumasia,kataraktes me kristalina nera pou se anazwogonoun,niw8eis ta kuttara sto aima sou na trexoun san trela-zwntana!
Bouna apotoma , epikundina ,pou prepei na ta anebeis me prosoxh, sunesh kai dunamh.Mono etsi 8a katafereis na deis mia alusida apo kataraktes,na boutikseis sta nera tous,na bre8eis anamesa se aiwnobia dentra kai otan ftaseis ston 4o katarakth ,pou oxi kata tuxh onomazetai "paradeisos",na perpathseis kai na ksaplwseis panw se leia kai kataspra, sa marmaro, braxia.An koitakseis guro sou 8a deis th 8alassa na aplwnetai ston orizonta.
Me tropo magiko eleu8erwnontai oles oi ais8hseis ....gemates laxtara na antilh8foun kai na sulleksoun to ka8e sunais8hma pou sou xarizei to nero,o hlios,to bouno.Arwmata,geuseis,hxoi prwtognwroi, topia pou den exeis ksanadei...eisai se apoluth epafh me th fush!
Kai na pws mas euxaristei h samothraki:
8umizontas mas oti o an8rwpos anhkei sth fush!

Einai ateleiwta ta pragmata pou mporeis na peis gi'auto to nhsi....alla 8a anafer8w mono se duo,pou proswpika 8eorw ta pio shmantika.
1. "Fterwth Nikh ths Samo8rakhs"
Megaloprepes kai epiblhtiko agalma apo marmaro pario , xronologitai guro sto 190 p.X. , exei upsos 2,74m , bre8hke konta sto nao twn Megalwn 8ewn to 1863 ap'to gallo prokseno Sampouazw kai metafer8hke sto mouseio tou Louvre,opou mexri shmera katexei kentrikh 8esh.
To agalma sth fwtografia pou blepete edw , den einai allo para ena akribes antigrafo pou gennaiodwra prosfere to mouseio tou Louvre sto ellhniko kratos kai brisketai sto arxaiologiko mouseio ths Samo8rakhs.(sugxwriste me an den ekfrazw to euxaristw mou!!!!)
2.Ο Naos twn Megalwn 8ewn ths Samo8rakhs htan gnwstos sto panellhnio gia tis musthriakes latreies pou eksaskountan ekei,me onoma Kabireia.Latreia afierwmenh stous ktonious 8eous. Polloi htan oi muhmenoi: ap'ton Hrwdoto mexri to basilia ths Sparths Lusandro kai to Filippo II ths Makedonias.O Platwnas kai o Aristoganhs mnhmoneuoun auta ta musthria.
Legetai oti ws tis meres mas sunexizontai ta Kabireia musthria kai pws pote de stamathsan na askountai ..... alla ontas logia dixws apodeikseis mou einai duskolo na to pistepsw!


Auto to nhsi prosrerei ena eksaisio taksidi...spanio...plhres.
H Samothakh einai h I8akh mou,metaforika.
Kai gi'auto oloklhrwnw tis skepseis mou me to teleutaio tmhma tou poihmatos "IθAKH" , tou megalou poihth K.ΚΑΒΑΦΗ.

"Η Ιθάκη σ' έδωσε το ωραίο ταξίδι.
Χωρίς αυτήν δεν θάβγαινες στον δρόμο. Άλλο δεν έχει να σε δώσει πια.
Κι αν πτωχική την βρεις, η Ιθάκη δεν σε γέλασε.
Έτσι σοφός που έγινες, με τόση πείρα, ήδη θα το κατάλαβες η Ιθάκες τι σημαίνουν."

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Per gli amici Italiani :)

SAMOTHRAKH-SAMOTRACIA
Isola mistica.
Riempie gli occhi di bellezza, il cuore di emozioni, la mente di timore soggezione rispetto.
Mare splendido,cascate d'acqua cristallina che ti fa rinascere, sentire ogni cellula del tuo sangue muoversi impazzita-viva!
Montagne ripide pericolose che devi arrampicare con cautela attenzione e forza per raggiungere una catena di cascate, tuffarti, stare in mezzo ad alberi secolari e una volta arrivato alla 4a cascata che nn per caso si chiama "paradiso", camminare e sdraiarti su rocce bianche e lisce come il marmo scolpite, guardare attorno e vedere il mare nell'orizzonte avvolgere l'isola.
Si liberano incantati tutti i sensi... vogliosi di captare ed accogliere ogni emozione che ti regala l'acqua, il sole, la montagna.Profumi ,sapori ,suoni ,mai provati prima,panorami mai visti....sei in pieno contatto con la natura!
Ecco come appaga Samothraki :
ricorda all'uomo che appartiene alla natura!

Ci sarebbero tante cose da dire per quest'isola...ma mi fermerò in un paio che personalmente, ritengo importanti sapere.
1. "Vittoria alata di Samothraki " o semplicemente "NIKE di Samotracia"
Statua imponente fatta di marmo,la sua età risale nel 190 avanti cristo,alta 2.74 m , trovata il 1863 vicino al Santuario dei Grandi Dei( the temple of the Great Gods) e trasportata a Louvre,dove occupa posizione centrale fin oggi.
La statua che si vede nella foto sopra è solo una coppia identica all'originale che il museo di Louvre ha offerto generosamente allo stato Greco e si trova nel museo archeologico di Samothraki. ( perdonatemi se nn ringrazio!!!!!)
2.Il Santuario dei Grandi Dei di Samotracia era famoso a livello panellenico per il culto misterico che vi si praticava,noto coil nome Cabiria.Un culto dedicato a divinità ctonie e molti furono i grandi iniziati: da Erodoto, al re di Sparta Lisandro.Il culto è menzionato sia da Platone che da Aristofane.In epoca ellenistica,in seguito all'iniziazione di Filippo II di Macedonia,divenne una sorta di santuario nazionale macedone, dove i successori di Alessandro Magno gareggiavano in munificenza.
Si sente dire che si praticano fin oggi questi culti e che nn si è mai smesso di praticarli negli anni.....ma visto che chi ne parla dice poco e senza prove .... mi è difficile crederci!
Cenni storici si trovano nella pagina dedicata a Samothraki su wikipedia.

Quest'isola ti offre un viaggio straordinario..pieno ...completo.
SAMOTHRAKI è la mia ITACA metaforica.
Perciò concludo i miei pensieri con l'ultima parte della poesia "Itaca" di K.Kavafis

"Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare."